L'albero
(L'identità - Milan Kundera)
L'eco dei tuoi passi
sul marciapiede
mi fa pensare a tutte le strade
che non ho percorso,
e che si ramificano
come le fronde di un albero.
Tu hai destato in me
quella che fu l'ossessione
della mia giovinezza:
proprio come un albero,
infatti,
immaginavo la vita
che mi si apriva davanti.
Lo chiamavo,
a quell'epoca,
l'albero delle possibilità.
Solo per un tempo
brevissimo
ci è dato di vedere
così la nostra vita.
Ben presto
essa ci appare
come una strada segnata
una volta per tutte,
come un tunnel
da cui non possiamo più uscire.
Eppure,
la vecchia immagine dell'albero
ci rimane dentro sotto forma
di un'insopprimibile nostalgia.
Tu mi hai ricordato quell'albero,
e in cambio
io voglio trasmetterti
la sua immagine,
affinché tu oda
il suo ammaliante mormorio.
Queste parole raccontano così bene di un momento squisitamente crudele, ma allo stesso tempo smoderatamente eccitante, che sorge nella vita di ciascuno di noi.
Prima o dopo, ma per tutti allo stesso modo, la vertigine ci assale e a volte persino ci paralizza: il momento della scelta, in cui occorre lentamente ma inesorabilmente sfrondare l'albero fino a ritrovarsi sul proprio unico ramo, è un momento altamente simbolico e importante.
... tutto danno quello ch'hanno
RispondiEliminae per se tengono solo
un gorgheggio d'usignolo..
di Diego Valeri
Ciao
Sileno
Tu citi Kundera, lui è un altro mio "cattivo maestro".
RispondiEliminaUn abbraccio!
Bella!!!..capito niente...ma bella...eh eh..
RispondiEliminaUn bacione
Stupende parole, ma molto inquietanti.....nello stile di Kundera!
RispondiEliminaCiao, buona serata