Oggi vi faccio viaggiare vi porto in una parte di mondo il
"Myanmar ex Birmania"
Il Myanmar è un paese misterioso e affascinante, mistico e contradditorio: un viaggio indimenticabile, anche se non sempre facile.
Mi sono lasciata trasportare dalle calme atmosfere dei templi al tramonto, dagli spontanei sorrisi che mi hanno accolto dovunque, da un passato che si respira anche nelle strade più caotiche.
Oltre agli sguardi sereni dei monaci esiste però un'invisibile, durissima dittatura e ci si trova di fronte ai difficili quesiti posti.
Ho avuto modo di visitare templi solitari circondati dalla foresta, i villaggi delle minoranze etniche (che vedrete nei prossimi post).
L'itinerario è stato studiato e seguito attraverso le zone più belle, già conosciute o ancora inesplorate.
In queste ultime è difficile trovare informazioni precise o alberghi di lusso, ma l'ambiente è ancora più intatto, naturalistico ed etnologico, bisogna tenere conto delle proprie capacità di adattamento e alle difficoltà organizzative e logistiche.
Frammenterò in vari post foto e descrizioni.
Ma inizio subito con la capitale Yangon ex Rangoon
Non ci sono molte cose da vedere, è soprattutto il punto di partenza per i vari itinerari.
E’ d’obbligo una visita alla Pagoda Shwedagon un tuffo nell’atmosfera profondamente religiosa del paese
E’ la più venerata perché, come dice il nome “la pagoda dai sacri capelli vivi” contiene otto capelli donati dal Buddha durante la sua vita terrena.
Buona parte della sua importanza è dovuta anche all’enorme cono dorato, visibile da tutta la città.
Continuando il giro verso la zona sud della città, al centro della caotica zona commerciale, siamo arrivati alla Pagoda Sule, circondata dalla consueta galleria di negozietti che vendono di tutto, dagli oggetti sacri alle fotocopie.
La leggenda di questa pagoda dice che questo edificio fu costruito per volere di due monaci inviati dall’India per custodire un reliquiario contenente un capello di Buddha portato con loro.
Piccola capatina nel quartiere di Chinatown e sbirciatina al mercato locale.
Bago
Villaggio di tradizionali case in legno su palafitte, circondate da giardini fioriti e negozi di artigianato, arriviamo all’immensa figura del Buddha reclinato.
Monte Popa
Considerato come l’Olimpo del Mynmar, perché dimora dei nat (spiriti), questa cima solitaria si innalzò proprio al centro di un vulcano estinto, in seguito a un terribile terremoto.
Le ceneri si tramutarono in suolo fertile dando vita a più di 50 tipi di fiori selvatici, da cui derivò il nome Popa che in sanscrito significa fiori.
Nella Sala dei nat alla base della scalinata, sono esposte le loro statue.
Ognuno con la sua storia e la sua specializzazione.
Continua.....
grazie cara per aver condiviso con me,che avrei voluto viaggiare molto ma nn ho mai potuto, una parte delle tue emozioni... continuerò a seguire i tuoi post che sono certa saranno sempre interessanti...
RispondiEliminaciao e buona giornata...besitossss
illustrazioni spiegazioni e costanza caratterizzano il tuo sapere......semplicemente sublime l'interpretazione che usi x farci viaggiare con te........smackkkkkkkk
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