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Beh... la premessa è... i ladri nn possono rubare l'amore... ma spesso l'amore rende ladri... Cercate di vivere la vita e goderne della sua felicità... e poi... se vi stuzzica la curiosità... seguitemi!!!

25 maggio 2009

Namibia









Oggi vi porto in viaggio con me venite???

Si vi porto in Africa per scoprire la

"Namibia"





Finita la descrizione in fondo troverete il video creato con foto
(il mio clik) e supportato da una "musica" namibiana
(Naga - Burkhart’s Underground).




Namibia, il nome nuovo di una nazione nuova, a definire un’arida distesa conosciuta fino a dieci anni fa come Africa del Sud Ovest.

Namibia, per chi pensa che non possa esistere un deserto di dune rosse che si tuffano direttamente nell’oceano.

O una interminabile costa desolata, punteggiata di relitti di navi, frequentata da elefanti e leoni, da otarie e leopardi.

O città dall’architettura bavarese, dalle cui fumose birrerie filtrano canti in tedesco, e le cui strade sono arricchite da palme, mentre intorno il deserto incombe, e nella notte un improvviso muro di nebbia rende tutto ancor più simile a un miraggio.


Windhoek


Situata a un’altitudine di 1680 metri, tra i pendii e le ampie valli degli altipiani della Namibia centrale, capitale del Paese, è una tranquilla cittadina ordinata, elegante, avvolta da un’atmosfera del tutto particolare e atipica, se comparata a quella delle altre capitali africane.

In realtà non c’è molto da vedere, se non assaporare proprio questo spirito particolare di fare progetti per i safari, per le avventure nella Skeleton Coast e nel Namib.

Appena sbarcati siamo subito partiti per Gamsberg Mountain, una splendida strada panoramica.

Ma gli ultimi 3 km. sono molto ripidi e questo tratto alcuni lo hanno percorso a piedi per poter ammirare in tutta calma la vista dall’alto del deserto del Namib.


Mariental e il Deserto del Kalahari


L’ultima località della Namibia Centrale che si incontra scendendo verso sud.

E’ un piccolo centro agricolo sorto nella regione dove ebbero luogo alcune battaglie più cruente tra truppe tedesche e popolazioni indigene.

Il parco si estende per circa 10.000 kmq tra il Sud Africa e il Botswana dove ancora si possono trovare gli ultimi boscimani.

Accompagnati dai Tracker boscimani possiamo osservare migliaia di springbok, gemsbok, gnu, kudu, eland e struzzi abitano il parco, oltre a leoni, iene, sciacalli, leopardi, ghepardi e quasi 250 specie di uccelli; lo scenario è suggestivo, tra dune di sabbia rossa, tratti di savana e aride pianure.

In mattinata siamo partiti a bordo del Desert Express, treno di lusso che viaggia tra Windhoek e Swakopmund, con tappe a Okapuka per il pasto dei leoni, Ebony Siding per ammirare il meraviglioso cielo stellato, Rand Rifles con scarpinata sulle dune del Namib.


(eccomi qui "inizia la pazzia")



Swakopmund


E’ difficile credere che ai bordi del deserto, stretta contro l’oceano, possa giacere una perfetta cittadina tedesca.

Eppure è caratterizzata da casette dai tetti a spiovente e da muri bianchi arricchiti da travi a vista di legno scuro e dalle taverne e birrerie.


Skeleton Coast


La Skeleton Coast si sviluppa per circa 2 milioni di ettari, è protetta da 3 diversi parchi nazionali: la National West Coast Recreation Area, lo Skeleton Coast Park e la più settentrionale (non aperta al pubblico) la Skeleton Coast Wilderness che fa parte del Kaokoland.

Il nome deriva dalla quantità di relitti di navi (e di scheletri umani e animali) che negli anni sono stati ritrovati nella zona; le coste sabbiose, sempre coperte dalle nebbie che salgono dall’oceano, sono state per decenni l’incubo dei marinai dell’Atlantico meridionale, che vedevano le loro navi arenarsi nei bassi fondali senza possibilità di scampo.


Walvis Bay

L’importanza di questa cittadina apparentemente insignificante è il maggior porto della Namibia e le industrie collegate alla pesca erano, fino a pochi anni fa, una notevole fonte di guadagno.

Non esistono attrattive particolari, ma l’atmosfera assolutamente irreale e la vicinanza del deserto del Namib rendono quasi accattivante tutto ciò che altrove sembrerebbe squallido.


Damaraland


E’ una vasta regione compresa tra le propaggini della zona desertica della Skeleton Coast, le pianure ondulate e le savane dalla zona dell’Etosha.


Cape Cross


Riserva interessante dal punto di vista naturalistico e storico.

La colonia delle otarie e foche che ha trovato nella riserva un habitat naturale particolarmente idoneo alle loro caratteristiche, è una delle più numerose di tutto il basso Atlantico e raggiunge, in situazioni normali, le 250.000 unità.


Twyfelfontein


La foresta pietrificata e la montagna bruciata.

Località interessante dal punto di vista archeologico.

Si trovano preziose testimonianze delle antiche culture indigene, che raffiguravano sulle pareti delle grotte scene di vita quotidiana.

Siamo in presenza di incisioni rupestri, e non di pitture: tali incisioni, dette tecnicamente petroglifi, si sono mantenute nel corso dei millenni grazie allo strato superficiale di roccia, prima rimosso per incidere, ma poi ricomparso naturalmente, a proteggere i disegni.

(si si sono io "prosegue la pazzia")




Opuwo


Capitale amministrativa del Kaokoveld unico centro della regione: villaggio formato da capanne Himba, dove vivono insieme agli Herero.

Ci spingiamo all’interno dei territori Himba per conoscere questa meravigliosa tribù indigena.

La visita inizia in realtà dal momento in cui cii si stacca anche mentalmente dall’idea classica di viaggio, quando si percorrono le piste polverose e incredibilmente sconnesse che portano ancora più a nord verso il confine angolano.

Lì, lungo le piste, appariranno dal nulla gruppi di Himba, la visita ai villaggi saranno possibili solo se il capo lo avrà autorizzato, tramite uno scambio, ancora meglio un regalo.

(i piccoli Himba "pazzi di me")



Epupa Falls


Una delle zone più scenografiche, suggestive e selvagge del Kaokoveld è una striscia di terra che costituisce l’ultimo lembo di Namibia, proprio al confine con l’Angola: divide i 2 Paesi il fiume Kunene, attraversando zone incontaminate e superando diversi salti di livello creando magnifiche cascate e rapide.

Specchi d’acqua popolate da ippopotami e coccodrilli e lo spirito avventuroso che aleggia in questo lembo selvaggio e la bellezza dei posti vale la pena percorrerla a piedi.

Beh... inutile dire che abbiamo dormito in tenda per 3 notti.




Kamanjab



Di oltre 6.000 ettari di superficie ubicata tra la parte nord ovest del parco dell’Etosha e le spettacolari terre del Kaokoveld.

Li animali che si possono incontrare sono giraffe, springbok, zebre, kudu, orici ecc.


Etosha National Park


Il Parco ha un’estensione dei 22.270 kmq. Ed è uno dei parchi più grandi dell’Africa e di tutto il mondo.

Un viaggio nel viaggio.

In un territorio che dovrebbe assomigliare molto a come era l’Africa prima dell’arrivo dell’uomo: savane, boschi, radure, laghi salati, sorgenti, ma soprattutto migliaia di animali, che vivono nell’armonia crudele e meravigliosa che le regole della natura impongono.

E’ la lotta per il cibo, per il territorio, per gli accoppiamenti, per la vita stessa, che le migliaia di animali affrontano di continuo nella vita di tutti i giorni, ora come all’alba dei tempi, nelle savane semi desertiche di Etosha.

(se non siamo "pazze")



Otjiwarongo


La regione che circonda la cittadina è organizzata in floride fattorie.

Ci siamo diretti ad Okonjima una Farm di amici nella lingua herrero significa luogo dei babbuini, giace tra le montagne dell’Omborolo, formazione montuosa parte del Waterber Plateau.

Tale zona oltre ad essere famosa per la fondazione Africat (recupero dei felini) è molto conosciuta per i Bird Watching e in particolare per poter incontrare 200 specie indigene tra i quali i rari Hartlaubs francolin, il Rockrunner, e il Monteiro’s hornbill.

La Fondazione Africat è molto attiva in Namibia e nell’Africa del Sud per l’intenso lavoro di protezione dei leopardi e ghepardi in via di estinzione.


(e qui dimostro coraggio o pazzia???)



Buona visione ed ascolto





Fine

Ciao appuntamento al prossimo viaggio








24 maggio 2009

Immagine








Sogno la tua immagine

è sotto

un vetro indistruttibile...





allungo la mano...

ma non giungo

fino al tuo cuore.


Chiudo gli occhi

alla ricerca dell’immagine...

mi trasformo in

un soffio di vento


per poter entrare

nel tuo corpo...

muovermi liberamente


nei tuoi pensieri...

sfiorare la tua anima...

posarmi nel tuo cuore


e rimanerci per sempre!!!








22 maggio 2009

Il Sole innamorato








Una volta il Sole s'innamorò di una piccola stella che gli stava di fronte.

La vedeva ogni mattina gingillarsi nel cielo e chiacchierare con tutti i pianeti e tutte le altre stelle.




Sbatteva le ciglia...
si specchiava nelle scie delle comete ed era sempre pronta a catturare il primo raggio di sole per brillare più delle altre.

Il Sole...
a forza di guardarla...
si era talmente innamorato di lei che un giorno non riuscendo più a controllare il suo desiderio decise di farle un regalo.

Allungò un raggio...
staccò da una nuvola un fiocco bianco a forma di rosa e lo donò alla stella.


La stella impertinente rise del suo gesto e il Sole per la vergogna divenne tutto rosso e si tuffò nel mare perchè nessuno se ne accorgesse.

Il giorno seguente il Sole risorse e decise di fare un altro regalo alla stella.

Questa volta allungò un raggio...
rubò la coda a una cometa e la donò alla stella.

Anche questa volta la stella scoppiò a ridere...
così il sole...
ormai offeso...
si nascose tutto rosso dietro le montagne.

Il terzo giorno il Sole si stufò del comportamento della bella stella...
ma tanto impertinente!

Così decise di non farsi più vedere e iniziò a girare triste e sconsolato nascondendosi fra i pianeti.



All'improvviso...
quando meno se lo aspettava...
apparve una bellissima cometa
che si avvicinò a lui e gli disse:


"amato Sole...
se continui così ci farai morire di freddo!

Abbiamo bisogno di te e del tuo calore!

Non ci abbandonare!"

Il sole commosso e lusingato dalla richiesta della bellissima cometa smise di nascondersi



e ricominciò a splendere sempre più forte.







21 maggio 2009

Giganti della natura









Giganti della natura vecchi di millenni.

Sono ultracentenari, o addirittura millenari.

Ogni regione ne conserva esemplari.

A volte si trovano proprio sotto i nostri occhi, ma non ci facciamo troppo caso.

Eppure sanno molto di noi, sono i testimoni del nostro passato.

Sono i giganti della natura, alberi monumentali che il corpo forestale dello stato ha censito e portato alla luce.

L’ Italia possiede un patrimonio di monumenti verdi forte di 22 mila “alberi di notevole interesse”.




Andiamo a conoscerli...
(non certo i 22mila... hehehehe)

L’albero più grande d’Italia è il “Castagno dei Cento Cavalli”... si trova nel comune di Sant’Alfio, in provincia di Catania, alle pendici dell’Etna.

E’ un albero che oltre ad essere più grande ha anche almeno 2000 anni.

Secondo una leggenda un forte temporale colpì la regina Giovanna d’Aragona che, in viaggio con il suo seguito di cavalieri in groppa a cento cavalli, trovò riparo proprio sotto le folte chiome del castagno.

Da qui il singolare nome attribuito all’albero.


Nel piccolo comune di Luras, in provincia di Sassari, da tremila anni o forse più vive e vegeta l’”Oleastro di San Baltolu”.

Se si pensa che questo albero è addirittura antecedente all’ età nuragica, la sua permanenza fino ai nostri giorni, e chissà per quanti anni ancora, ha del miracoloso.

E’ sopravvissuto a tutto… taglio boschivo, incendi, stravolgimenti naturali.

Ci sono alberi che si intrecciano alla vita di uomini illustri che hanno fatto la nostra storia.



A Todi, accanto alla statua dell’Eroe dei Due Mondi (Giuseppe Garibaldi) svetta un cipresso a lui dedicato per onorare il suo passaggio nel 1849.



A Sant’Eufemia di Aspromonte, in Calabria, immerso in una pineta stupenda spicca un pino laricio.

Questo patriarca verde racconta la famosa “giornata aspromontana”, quando, il 29 agosto del 1862, l’esercito regio si scontrò con Garibaldi e i suoi volontari per fermarne l’avanzata verso Roma.

In quell’occasione il Generale fu ferito da due proiettili (da qui la canzoncina “Garibaldi fu ferito ad una gamba...”).


Ben cinque sono gli alberi monumentali che celebrano il Poverello d’Assisi.

Tra i più noti è il Leccio dell’Eremo delle Carceri nel monte Subasio ad Assisi, che Giotto dipinse nella Basilica Superiore di San Francesco.


Un altro esemplare di straordinaria bellezza è il “Faggio di Rivodutri”, in provincia di Rieti.

La tradizione narra che il Santo si trovasse sul monte Fausola quando scoppiò un temporale.

San Francesco allora cercò riparo sotto questo faggio che, per volontà di Dio, inarcò i suoi rami per proteggerlo dalla pioggia.


Dalla letteratura, invece, proviene la “Quercia del Tasso” dove il poeta soleva riposare e meditare.

La si incontra sulla collina del Gianicolo a Roma (ormai rimane solo un tronco inaridito a seguito del fulmine che lo colpì nel 1843).


Ci sono alberi che ricordano anche gli usi e le tradizioni popolari... tra questi il “Cerro di Vetralla” , in provincia di Viterbo.

Ai piedi dell’albero, l’8 maggio di ogni anno, si celebra lo “Sposalizio dell’albero”... il sindaco e una folla di “testimoni” ricordano il possesso del bosco e del monte Fogliano e per l’occasione il secolare cerro viene inghirlandato e ricoperto da un velo da sposa.


Millenari o secolari, questi patriarchi della natura sembrano indistruttibili.

Solo apparentemente, però.

Diversi sono i fattori di rischio… molti dipendono dall’azione dell’uomo.

Il vandalismo è uno di questi.

Come proteggerli?








20 maggio 2009

Dilemma








Vorrei riuscire a chiudere

a catenaccio le palpebre...

dormire rinchiudendomi

nella mia scatola...

stringendo la luna...

mentre si capovolge assorta





Palpebre che tremano a filo

un ticchettio

che giunge da lontano...

Muore...

non udibile


Lunga è la notte che avanza...

crogiolandomi...

appena

nella danza del pensiero.


Un dilemma m’invade

perdo i fiati scanditi...

fra montagne di pensieri

da chiudere

nelle scatole del domani.


Lascio la mia impronta

nella notte

ad un giorno che nasce.


Sollevo

quei lenzuoli candidi...

di stropicciati sogni

evaporati all’alba.







19 maggio 2009

Gabbia








In quel vestito d’ombra

giocano le mani...

disegnano il mio corpo





Gli occhi chiusi...

nella gabbia

rubano fessure al sole


Al buio

nelle ore flebili della sera

quando mi hai cercata


senza traccia alcuna...

resta l’alito

del ricordo.


Come un sogno

m’hai riempito

di luce l’esistenza.


Là...

dove sbircia la luna...

i miei occhi


hanno un raggio di cielo.






16 maggio 2009

Sognare









Frammenti d’anima vivono in me...




si dissolvono e si uniscono

sei tu l’artefice...

che mi fai sognare...

che rendi vivi i miei sogni...


che rendi viva la mia vita...

che mi doni emozioni...

mi fai vedere la luce

anche nelle notti buie...


mi guidi la strada

dove raggiungo il sogno...

dove lo sento...

lo vivo...

lo tocco...


Cerco adagio...

umilmente...

costantemente...

di esprimere ciò

che genera...

dai suoni...

dalle forme...

dai colori...


Piacevole desiderio dell'anima...

appagamento dei corpi...

unito in un unica


estasi...







15 maggio 2009

Pillole







Leggendo qua e là...

mi hanno colpito alcune notizie...

ve le propongo...


L’aereo solare


E’ grande come un airbus ma pesa 200 volte meno: è l’aereo solare capace di volare di giorno e notte senza utilizzare nemmeno una goccia di carburante fossile.

E’ in fase di realizzazione in Svizzera ad opera di due aeronauti, Bertrand Piccard e Andrè Borschberg.

Per la cattura dell’energia solare l’aereo avrà 12 mila celle fotovoltaiche che alimenteranno batterie al litio e quattro motori.

Primo decollo quest’anno 2009.

“Vogliamo dimostrare al mondo intero – dice Piccard – che è necessario e possibile continuare a progredire affrancandosi dall’inquinante energia fossile che presto si esaurirà”.


Da 80 anni insieme


Si sono conosciuti nel 1926 Frank e Anita Milford (cent’anni lui, e novantanove lei).

Erano ad una festa da ballo, due anni dopo si sono sposati e non si sono più lasciati.

Hanno festeggiato 80 anni di matrimonio, le cosiddette “nozze di quercia”, un record del Regno Unito.

Il segreto?

L’amore, certamente.

Ma non solo: il rispetto reciproco è fondamentale.

La signora Anita dispensa consigli alle giovani coppie.

“Mai smettere di essere romantici e galanti”, ama ripetere.

Per loro è così anche dopo 80 anni di matrimonio.


Alla guida a 102 anni


Si chiama Seichi Koyama e vive a Tokyo, in Giappone.

Ha da poco rinnovato la patente.

E’ il nonnino più vecchio del mondo ancora al volante.

D’altra parte non gli manca proprio l’esperienza visto che guida da 80 anni.

Si dice sicuro di poter ancora guidare bene, tanto più che nella sua vita non ha mai fatto infrazioni o provocato incidenti.

Da un signore così c’è solo da imparare.


Un caffè particolare


Non è certamente per tutte le tasche: costa 62 euro a tazza.

Si tratta di una miscela molto speciale chiamata “Caffè Raro” che ha una particolarità: alcuni chicchi che la compongono provengono dalle deiezioni del Musang una specie di gatto-scoiattolo asiatico che nella sua dieta predilige i migliori chicchi di caffè.

Raccolti e ripuliti vengono utilizzati per questa speciale miscela.

Per berlo occorre andare a Chelsa, nel Regno Unito.

Chi vorrà mettersi alla prova sappia che i proventi vanno alla ricerca sul cancro della fondazione MacMillan Cancer Support.




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Lettori fissi





…E sono tua....
Come quando per gioco
mi tieni nel cerchio di fuoco,
Stringendolo lentamente
fino a rendermi meravigliosamente
tua...

E sono tua....
nell’ebbrezza dei tuoi desideri
e della tua passione....
La stessa passione che dà
un significato in più
ad ogni volta che ti dico
che ti amo...
ad ogni volta che ti dico
che ti voglio...


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