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Beh... la premessa è... i ladri nn possono rubare l'amore... ma spesso l'amore rende ladri... Cercate di vivere la vita e goderne della sua felicità... e poi... se vi stuzzica la curiosità... seguitemi!!!

14 ottobre 2018

Dichiarazioni al chiaro di luna








Com’erano romantici, gli innamorati del ‘900.

All’inizio del secolo, il pudore imperante non permetteva grandi effusioni, e i fidanzati dovevano accontentarsi di occhiate furtive, e nell’imminenza del matrimonio di qualche passeggiata mano nella mano, sotto l’occhio vigile di fratelli o sorelle mandati al seguito dei fidanzatini da genitori sospettosi.


Una vitaccia, insomma, anche se quella intimità negata contribuiva a dare agli idilli un alone di mistero che rendeva ancora più romantica l’atmosfera.

Non parliamo poi degli amori di guerra.
La situazione drammatica colorava di tinte ancora più forti i palpiti d’amore, e le fidanzatine dovevano davvero forzarsi per resistere alle tentazioni, quando un abbraccio poteva essere l’ultimo…


L’unica consolazione di questi amori forzatamente casti era lo scambio di lettere e bigliettini.

Nei casi più difficili, quando l’idillio era osteggiato dai genitori, lo scambio di messaggi avveniva furtivamente, con la complicità di fratellini prezzolati o di amiche compiacenti e i bigliettini, doverosamente accartocciati, venivano recapitati con sotterfugi vari, che rendevano ancora più emozionante la lettura delle romantiche frasi d’amore.


Se la situazione non era così critica, c’era lo scambio di lettere, con lunghe e sofferte dichiarazioni, frasi più o meno retoriche, baci stampati sul foglio con il rossetto e lacrime che rigavano le pagine…


Al romanticismo degli innamorati faceva da contorno una quantità di canzoni strappacuore, con note struggenti e parole dolci, che facevano colonna sonora ai battiti del cuore, mentre anche l’industria cinematografica contribuiva all’immaginario idillico con i grandi amori dello schermo, da Vivien Leigh e Clark Gable in “Via col vento” a Liz Taylor e Richard Burton in “Cleopatra”.


Nella seconda metà del ‘900 non c’era più il clima poliziesco d’inizio secolo, e alle coppiette era permesso un pò d’intimità, anche se con moderazione, ma con gli anni della contestazione, del femminismo e della caduta di molti tabù, queste svenevolezze tra innamorati caddero in disuso, e le generazioni nate nel dopoguerra cominciarono a considerare le smancerie qualcosa di retorico e di irridi abilmente superato.


Così, niente più sospiri e languori, per non parlare delle passeggiate con fratellini al seguito; le ragazze sessantottine volevano sentirsi libere e protagoniste del proprio destino, e non accettavano più il ruolo di fanciulla messa su un piedistallo.


Niente più lettere e messaggi: l’amore epistolare era roba vecchia, e per mantenere i contatti si faceva una bella telefonata… 





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…E sono tua....
Come quando per gioco
mi tieni nel cerchio di fuoco,
Stringendolo lentamente
fino a rendermi meravigliosamente
tua...

E sono tua....
nell’ebbrezza dei tuoi desideri
e della tua passione....
La stessa passione che dà
un significato in più
ad ogni volta che ti dico
che ti amo...
ad ogni volta che ti dico
che ti voglio...


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