Solo pochi fortunati possono “cavalcare” le onde di roccia dell’Arizona.
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E si può dire che dopo un’attesa di giorni Manuel Presti miglior fotografo naturalista del mondo... è stato estratto (tipo lotteria) dai ranger che vigilano sulla zona...
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ed è schizzato nell’oceano di arenaria, erosa da 15 milioni di anni da sole e pioggia per regalarci immagini a dir poco superlative.
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Qui, dove il mito di Hohn Wayne e degli indiani si fonde con i sospiri e gli “oh!” di meraviglia dei turisti, scivolano le onde, rocce a strati, alte una ventina di metri, che bucano il cielo.
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Un posto magico dove arrivano solo i visitatori più testardi, quelli cioè, che non si fanno spaventare da un viaggio che è una mezza odissea.
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Infatti c’è il rischio di macinare chilometri in un deserto di sassi e cespugli senza trovare niente... ma una volta arrivati tra le onde, che vanno calpestate con rispetto, come fossero tappeti si scorge la leggendaria Monument Valley, dove l’esercito americano e gli indiani si “scambiavano” piombo e frecce, e dove John Ford girò, nel 1939, il mitico Ombre rosse.
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In ogni angolo si scorgono panorami mozzafiato come gli archi di arenaria rossa, che rendono unico il Parco Nazionale Arches nello Utah.
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All’alba e al tramonto pare di stare in un quadro, i colori che riscaldano il cuore... forse anche quello dei pistoleri più freddi e spietati dal Far West.
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Attraversando la zona del Gran Canyon dove si passa dai 45 gradi di giorno ai meno 5 della notte, e il caldo torrido e irrespirabile della Monument Valley lascia il posto alla neve delle vette, che superano anche il tremila metri.
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I pinnacoli di roccia chiamate “piramidi” nel Parco Bryce Canyon, che in origine erano giganti di roccia e sabbia, furono scoperte dai mormoni (gli appartenenti al movimento religioso molto diffuso nello Utah), quando intorno al 1860, arrivarono in carovana per stabilirsi a Salt Lake City, la capitale dello Stato.
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Ovvio che da queste parti svanisce anche la sensazione che gli hamburger si trovino soltanto da McDonald’s.
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Una roccia larga due metri, “l’hamburger rock”, sembra proprio un panino con tanto di ripieno.
Certo, un pò pesante...
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E per concludere come dice Manuel Presti...
“Dio si è divertito.
Ha giocato con il vento e la sabbia”.
Ha giocato con il vento e la sabbia”.
Dio è l'unico vero grande uomo! buon inizio settimana mia cara amica
RispondiEliminaUn posto affascinante, grazie Paoletta per averlo proposto,non ci sono mai stata, ma sono rimasta incantata da video e foto fatte dal mio D., hai raccontato molto bene il colore della roccia, la difficoltà di arrivarci ed aggiungo che ci sono anche quelli che fanno parapendio o sport estremi. Grazie di aver ricordato il grande film western girato lì,post bellissimo!!..Ciao Paoletta, un bacio.
RispondiEliminaUna favola, qualcosa che ti mozza il respiro e ti trasporta in un altro mondo..spesso ricco di storia e molte altre volte frutto della tua fantasia! Grazie Paoletta di essere tornata..., Mi mancavi proprio, un bacione super...=PS. Spero tutto bene!
RispondiEliminaPost eccellente, Paola!
RispondiEliminaCiao carissima!!!
RispondiEliminaUn bellissimo post...Da invidiare chi è passato di li'.
Colori fantastici da cartolina...
Questo Manuel Presti è veramente un fotografo eccellente...
E non c'è bisogno di dirlo...ma Tu sei fantastica ,che con le parole ne fai la cornice,e ne completi l'OPERA.
Un buon inizio di settimana,un abbraccio forte forte ed una carezza a Te & Co.
i giochi di Dio nel creare questi spettacoli della natura sono meravigliosi!!!
RispondiEliminanon si può che rimanerne incantate!!!
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Un abbraccio cara Paoletta.
RispondiEliminaDavvero fantastico posto, unico e irripetibile,brava Paoletta, e grazie di questo post da sogno ciao un bacione Angelo.
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