Nel ‘900 non si faceva shopping.
Intendiamoci, qualcosa si comprava, ma non era shopping, prima di tutto perché quella parola non esisteva, almeno in Italia, e poi perché gli acquisti erano qualcosa di più meditato e stagionale, e non un modo per passare il tempo libero.
Si andava, di tanto in tanto, a fare spese.
Gli acquisti erano mirati e diversificati, a seconda del tipo di merce e del fruitore.
Per esempio, c’era l’uscita per l’acquisto delle scarpe dei bambini, che venivano dotati di calzini immacolati e portati dal negoziante di fiducia (a Roma ce n’erano alcuni che vendevano solo scarpe per bambini, e regalavano ai piccoli clienti una pallina con il nome del negozio, una vera goduria per loro...).
L’acquisto delle scarpe era una cosa seria: dovevano durare, per essere possibilmente utilizzate da più di un fratellino.
Il venditore era totalmente conscio della solennità del momento, e provava le scarpette al bambino con la serietà di un medico di famiglia, usando il calzare per far scivolare il piedino nel cuoio odoroso.
Il bambino era composto e contegnoso, emozionato dalla vista di tutte quelle scatole colorate in cui le scarpette erano avvolte in carta velina, come cioccolatini.
Ma la più seria era la mamma: controllava la qualità delle scarpe, piegava in due la suola per verificarne la morbidezza e, naturalmente, si informava sul prezzo.
Prima di decidere, faceva camminare il bambino con le nuove calzature e osservava l’andatura.
E alla fine, quando era convinta, comprava.
Questa solennità valeva anche per gli adulti, e non era limitata solo alle scarpe, ma si estendeva a tutti i capi di abbigliamento.
Farsi un vestito, sia per gli uomini che per le donne, non era cosa da decidere in due minuti: bisognava andare al negozio di stoffe, scegliere il tessuto tra centinaia di pezze, e, poi passare il tutto alla sarta (o al sarto, se si trattava di un completo per uomo).
Una cosa che richiedeva mesi si preparazione, scelte e pianificazioni, e una spesa non indifferente...
L’attesa dei saldi era importante.
Si poteva sperare di comprare nel negozio di tessuti qualche magnifico scampolo, magari di una stoffa e di un colore che non avreste mai scelto, ma ad un prezzo davvero allettante.
E anche le scarpette dei bambini a saldo costavano meno: magari non c’era il numero giusto, ma si potevano comprare “in crescenza”, un paio di numeri più grandi...
Si tornava a casa esausti e un po’ preoccupati di aver speso troppo.
Ma pazienza,
ci si era tolti il pensiero e per qualche mese niente più acquisti...
Lo shopping è un momento terapeutico, serve a lenire il dolore, il fatto micidiale è che dopo ne compare un altro..quello di rimanere quasi senza dinari:-D Cara Paoletta, un post carino ed interessante, mi ricorda quand'ero piccola, la mamma comprava delle stoffe meravigliose ed il fratello (sarto egregio) mi cuciva dei vestiti si può dire "addosso"?Evochi sempre ricordi in noi vecchietti:-)Un bacio e buon inizio settimana.
RispondiEliminaAltro che acquisti online! Tutto aveva un valore diverso, forse migliore. Ciao Paola, ti auguro una settimana felice, Roberta
RispondiEliminaBello cara Paola questo post. Vedo che la etichetta, è sogni! per noi erano veramente sogni. Ho dovuto diventare adulto per poter dire ho un vero paio di scarpe, eravamo tanto poveri che se li vedeva solo in vetrina,
RispondiEliminapoi arrivarono i tempi migliori, anche per noi abbiamo potuto avere queste belle soddisfazioni.
Buon inizio della settimana con un abbraccio forte, Tomaso
Ciao Paoletta,
RispondiEliminauna scelta molto accurata nei particolari e deliziosamente scorrevole nel leggerla...
Un bel lavoro di grafica le immagini.
Carissima,oggi la giornata è stupenda,un sole... che dà quel senso di calore.
Felice quando il tempo è cosi.
Auguro a Te & Co buon inizio settimana,
un bacio grosso con lo schiocco,ed un abbraccio.
E' bellissimo questo post, mi hai fatto ricordare i racconti delle nonne. E' vero, una volta si dava un valore diverso e piu' profondo alle cose.
RispondiEliminaCiao Paola, I tuoi post sono sempre molto interessanti e curiosi,le foto sono magnifiche.
RispondiEliminaLo shopping, per Noi maschietti, a volte è un vero incubo, quando mia Moglie mi trascina dietro per spese , io divento insofferente,si gira,tutto il giorno,per trovare una cosa che non esiste. Aldilà di questo piccolo dettaglio mi piace comprare regali e riceverli.
Un baciotto speciale per Te. Buona serata.
Lo shopping è una di quelle cose che mi danno l'orticaria, solo il nome mi fa venir prurito :-P
RispondiEliminaIo vado a comprarmi quel che mi serve quando mi serve, e non ho 'deboli' per scarpe e borse. Sono un pò un maschiaccio eheheh :-D
Cara Paola, era parecchio tempo che non passavo sulle tue pagine e ritrovarti è sempre piacevole e stimolante.
Buon week-end e che quest'ultimo mese dell'anno sia per te lieto. Un bacio ed un abbraccio.
anche io ho fatto shopping. ho comperato un nuovo alberello di natale.
RispondiEliminaBaciotti, buon fine settimana e grazie;-) Sei una persona magnifica!!
RispondiEliminaCiao Paola!
RispondiEliminaRiesco a passare anche da te! L'altra volta il dovere mi chiamava e non ero passata a salutarti!
Grazie per il tuo dono!
Bel post! Mi hai fatto tornare in mente quando mia mamma mi comprava le scarpe più grandi e mi metteva il cotone davanti!!!
Anche io a Francesco gli compro la roba più grande... ;)
Un bacione
Che bel post, con questa aria che si respira di un tempo passato, molto prima che ci ... piombasse addosso lo spietato consumismo...
RispondiEliminaUn pezzo di storia, grazie e a presto, spero!
Lara
X Anna
RispondiEliminaCarissima Anna è sempre un piacere incontrarti e lieta di deliziarti con i miei scritti... ma preparati... chissà che leggerai in seguito... hihihihihihi
Per ora ti lascio un forte abbraccio per augurarti una buona serata ed inizio settimana... bacioni grossi a te e Co
Sono passata per un salutino e per un momento di pace nel rivedere queste foro cosi' belle! Qui c'e' gia' lo shopping natalizio selvaggio e io fuggo dal centro citta'! :)
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