Beh... la premessa è... i ladri nn possono rubare l'amore... ma spesso l'amore rende ladri... Cercate di vivere la vita e goderne della sua felicità... e poi... se vi stuzzica la curiosità... seguitemi!!!
Non sono chiare le origini del termine flamenco la parola significa “fiammingo” e potrebbe far riferimento al Regno di Carlo V D’Asburgo, re di Spagna dal 1517, cresciuto presso la Corte di Fiandra.
Ma potrebbe invece derivare dal verbo flamba (fiammeggiare) o dall’arabo felaymengu (cantore).
Certo è che si tratta di un’arte globale, che comprende danza, musica e canto.
Ed è in perenne evoluzione, come testimonia la biennale che a Siviglia sfodera sempre nuovi talenti e tendenze.
Tra i balli più antichi d’Europa, è stato codificato per la prima volta nel XV secolo in Andalusia.
Allora i gitani danzavano improvvisando e mescolavano influenze arabe, spagnole ed ebraiche.
Sempre con movenze sensuali, che scandalizzavano gli stranieri.
Dopo essere stato stravolto dall’immagine turistica diffusasi intorno al 1959, tutta nacchere e gonne a pois, il flamenco è tornato a nuova vita grazie a musicisti come Paco de Lucia e a bailadores come Antonio Gades e Cristina Hayas.
Riscoperto in tempi relativamente recenti, il flamenco è un atto di vita che, attraverso la corporeità, esprime energia, passione, sicurezza.
La musica nutre lo spirito, il canto parla al cuore.
Un ballo codificato che, però, lascia molto spazio all’improvvisazione individuale.
Dunque, oltre che ad un modo per mantenersi in forma ed esprimere emozioni e sentimenti, è un viaggio interiore alla ricerca di una consapevolezza che esplode nella danza.
La tipica postura, con il baricentro ben saldo e controllato, un atteggiamento “aperto”, la necessità di una presenza forte comportano un profondo lavoro su se stessi.
Si attivano, infatti, quadricipiti e bicipiti, muscoli ancestralmente destinati all’attacco e alla fuga, gesti figli di istinti primordiali.
Per questo il flamenco, con il suo gioco di piedi (zapateado), è particolarmente indicato a scaricare le tensioni, convertendo le pulsioni negative in potenza e ritmo.
L'attore britannico Rowan Atkinson, nato in Newcastle-Upon-Tyne, il 6 gennaio del 1955 laureato in ingegneria elettronica interpreta il personaggio comico Mr. Bean.
Un personaggio molto "faticoso" da interpretare.
La sua gestualità, le sue movenze, il suo ritmo, richiedono molta energia per farlo esprimere al meglio.
La sua carriera, è costellata da molti successi, il suo umorismo, insieme all'infantilità del personaggio, è una miscela esplosiva di comicità.
Le caratteristiche principali del personaggio sono: un completo marrone, un'utilitaria (una Mini Morris verde acido), ed un orsacchiotto di peluche (Teddy)come amico.
A volte frequenta, con esiti spesso disastrosi, una ragazza di nome Irma Gobb e due amici, Rubert e Hupert.
Nel 1990, diventa protagonista di una serie televisiva che dura cinque anni, e che viene venduta in 245 paesi.
La sua comicità è soprattutto fisica infatti per la maggior parte resta in totale silenzio, e la sua mimica ha rotto qualsiasi barriera linguistica, e la prova è la grande popolarità che ha.
Nelle sue disastrose avventure metropolitane in modo originale risolve i problemi, in un totale stato d'indifferenza verso gli altri.
Spesso questo bambino prigioniero in un corpo di adulto, è anche cattivo: lo vediamo divertirsi nel fare dei torti verso anziani, bambini e disabili e la cosa più divertente è vederlo seduto sulla sedia, in una sala d'attesa, ammazzare il tempo nei modi più bizzarri.